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domenica 24 febbraio 2008

Il comune di Milano snobba il Planetario e la cultura scientifica

E' da anni che lo storico e prestigioso Planetario di Milano U.Hoepli, ha bisogno di una ristrutturazione, infatti la "formica", ovvero il proiettore del Planetario, è ormai di una tecnologia obsoleta e il tipo di lampadine di cui ci si serve per la proiezione sono ormai in via di estinzione!

Ci sarebbe già pronto un progetto di ristrutturazione che prevede la sostituzione della macchina, e tra le altre cose, la valorizzazione del piano seminterrato attualmente inagibile e la costruzione di una sala conferenze adiacente. L'unica cosa che manca a questo punto è la volontà dell'amministrazione comunale, tali Moratti e Sgarbi, di destinare gli 8 milioni di euro necessari per il progetto di ristrutturazione per questo importante edificio che ha valore storico e che non dimentichiamoci è il più grande Planetario Italiano. In realtà le cose vanno nel verso opposto e si sentono sconcertanti le dichiarazioni da questi personaggi, del tipo "l'unico museo scientifico a Milano è quello della Scienza e Tecnologia"!

Ricordiamoci che è una fondazione privata, mentre, il Museo di Storia Naturale, museo civico, è assolutamente complementare dal punto di vista scientifico a quello della Scienza e Tecnologia.

La sala con al centro lo strumento planetario e i videoproiettori del sistema multimediale.
Le sedie per il pubblico risalgono in gran parte agli anni '30. Si noti il profilo degli edifici di Milano all'orizzonte (Fonte Civico Planetario)

Il Planetario è bistrattato da anni dalle amministrazioni, tanto è vero che non è nemmeno "dotato di identità propria", ma per una questione storica è relegato al ruolo di appendice del "Museo di Storia Naturale".
Nel frattempo, i soldi piovono su mostre e musei privati compiacenti alla Moratti e a Sgarbi, mentre le strutture civiche soffrono l'avvicendamento di amministrazioni comunali che hanno come loro ultimo pensiero la cultura scientifica.
Come se non bastasse una legge recente, che prevede l'impossibilità di continuare ad assumere una stessa persona con contratti a termine oltre un certo limite di tempo, qui a Milano, mette a rischio il lavoro di decine di persone, tra cui custodi dei musei civici, poichè invece di essere assunti, come doveva essere inteso il senso della legge, probabilmente verranno lasciati a casa.

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