Bisogna imparare a vivere i particolari, e anche un fugace contatto contiene il tutto.
lunedì 23 novembre 2009
mercoledì 18 novembre 2009
Galassia di Andromeda
martedì 17 novembre 2009
venerdì 13 novembre 2009
Per il mio compleanno
La nostra vita è un soffio sotto questo tetto di stelle, che non ci stanno di certo a guardare affascinate. Come invece sappiamo fare noi, visionari poeti dell'infinito.
giovedì 5 novembre 2009
Pensiero di oggi
Abbiamo due possibilità: siamo soli nella Galassia oppure no.
Entrambe sono altrettanto terrificanti
Carl Sagan
lunedì 2 novembre 2009
La frase di ICARA 2009
Ok, almeno so di essere in buona compagnia e non essere la sola ad essere appellata come visionaria. C'è chi deve "sopportare" ogni giorno la vista della Croce del Nord ed essere costretto a riprendersi nel giro di pochi secondi per poter poi tornare al lavoro, ma per Salvo, anche la cremagliera della Parabola ha un fascino tutto particolare...
domenica 1 novembre 2009
La visionaria dell'infinito
Era più di un anno che mancavo da Medicina, e più si avvicinava il giorno, più fantasticavo sul panorama a cui mi sarei trovata davanti, rincorrendo la visione, cercando tra i ritagli dei miei ricordi. La strada era dritta e vuota, alternata da qualche cavalcavia, che portava ad apprezzare meglio il tranquillo paesaggio rurale circostante.
Mancava poco ormai, quando un ponte, un po' più alto degli altri, mi trascinò lo sguardo verso l'alto, facendomi incrociare le sfumature di celeste fino all'azzurro deciso.
Mancava poco ormai, quando un ponte, un po' più alto degli altri, mi trascinò lo sguardo verso l'alto, facendomi incrociare le sfumature di celeste fino all'azzurro deciso.
Ed ecco, una volta sulla sommità, la Parabola, incorniciata dalla Croce del Nord, illuminate da un tiepido ma sincero sole autunnale. Mi pervase velocemente un sentimento di inquietudine misto a tristezza e ad emozione. La sensazione si trasformò presto in trepidazione che mi portò ad accelerare l'andatura.
La Parabola svettante sulla pianura mi fece immaginare un uomo, rivolto con lo sguardo verso l'ignoto, con le braccia distese in segno di accoglimento della conoscenza.
Era strano pensare che in tutto quel tempo, in quella pacifica distesa di campagna, le antenne erano rimaste là, che ci fossero veramente.
E come scrissi a un mio amico prima di partire, le antenne per me rappresentano i sensi dell'umanità tesi verso l'infinito, l'uomo stesso che con l'orecchio teso, si pone umile di fronte all'universo e dice "ma dove sono, voglio capire, voglio una risposta...".
E' qui che si respira la scienza.
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