(Fonte: http://sprott.physics.wisc.edu/pickover/pc/brain-universe.html)
Chissà se questa è la "firma di Dio" che stava cercando Ellie Arroway in Contact. Nel romanzo poi lei lo aveva scoperto nelle cifre decimali del numero pigreco:
L'universo era stato creato intenzionalmente, diceva il cerchio. In qualunque galassia ci si trovi, si prende la circonferenza di un cerchio, la si divide per il suo diametro, si fa un calcolo abbastanza accurato e si scopre un miracolo: un altro cerchio, disegnato chilometri più in giù della virgola decimale. Proseguendo, ci sarebbero stati messaggi più ricchi. Non importa l'aspetto che si ha, o di che cosa si è fatti o da dove si proviene. Finché si vive in questo universo, e si possiede un modesto talento per la matematica, prima o poi la si troverà. È già qui. È all'interno di tutto. Non si è obbligati a lasciare il proprio pianeta per trovarla. Nella struttura dello spazio e nella natura della materia, come in una grande opera d'arte, c'è, scritta in piccolo, la firma dell'artista. Sopravanzando gli uomini, gli dei e i demoni, includendo i Guardiani e i Costruttori dei tunnel, c'è un'intelligenza che precede l'universo.
Il cerchio si era chiuso.
Ellie aveva trovato ciò che era andata cercando.
Il cerchio si era chiuso.
Ellie aveva trovato ciò che era andata cercando.
1 commento:
Le strutture complesse di dimensione galattica possono considerarsi elettricamente neutre per cui ciò che conta nel loro disporsi - nel loro relazionarsi - è
solo la reciproca forza di attrazione.
Le cellule del cervello umano invece sono soggette principalmente alla forza elettrica (10^42 volte maggiore di quella gravitazionale!) e si strutturano
regolate essenzialmente da essa, legandosi - razionalmente - tra di loro e "staccandosi verso il cielo", vincendo così la pur sempre presente opposizione gravitazionale. E donandoci il pensiero.
E' lecito quindi pensare che forza elettrica e forza gravitazionale, così matemeticamente simili, sono in realtà i fili di un unico burattinaio
che agisce da dietro il sipario, con azioni comuni declinate solo su palchi a differenti scale e con attori variabili.
Che sia proprio lo studio delle similarità derivanti dalle diversità la strada maestra da esplorare per arrivare a
unificare finalmente modelli apparentemente inconciliabili quali la gravitazione nella teoria einsteniana e il modello quanto-meccanico delle particelle?
Complimenti per il blog.
Dr.Flobenius@gmail.com
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