LA TERRA E IL CIELO, LA SCIENZA E L'ANIMA. PENSIERI DI UNA VISIONARIA DELL'INFINITO.

giovedì 11 novembre 2010

We are all lying in the gutter, but some of us are looking at the stars

Oscar Wilde

giovedì 4 novembre 2010

When I turn to the east, I see no dawn,
But after darkness comes the light
And when I turn to the west, the silent night hides all
Where is the light that shines so bright
[..]

domenica 10 ottobre 2010

ICARA 2010 work in progress II

Sito web ICARA 2010: http://www.iaragroup.org/icara/
ICARA 2010 - VII° Congresso Nazionale di Radioastronomia Amatoriale
29 – 30 – 31 Ottobre
Osservatorio FOAM13, Tradate (VA)
IARA, Italian Amateur Radio Astronomy e Sezione di Ricerca Radioastronomia UAI, in collaborazione con Osservatorio FOAM13 sono lieti di annunciare ICARA 2010, l'Italian Congress of Amateur Radio Astronomy (VII° Congresso Nazionale di Radioastronomia Amatoriale) che si terrà a Tradate dal 29 al 31 ottobre 2010. I lavori di ICARA 2010 si svilupperanno in più sessioni, il programma dell’evento è tuttora in via di definizione pertanto vi chiediamo, qualora foste interessati a partecipare con una relazione orale o un poster, di inviarci entro e non oltre il 20 Ottobre p.v. il titolo e l’abstract dell’intervento.
Per rimanere informati sugli ultimi aggiornamenti del programma di ICARA 2010 vi chiediamo di visitare periodicamente il sito del congresso http://www.iaragroup.org/icara
Vi attendiamo numerosi!

mercoledì 29 settembre 2010


La forma non ha forma, nè gliene darà il tuo pensiero;

Lo spazio non ha confini nè il tempo limiti.

Eppure, pensare all'abisso vuol dire fuggirne


Conrad Aiken - XXVI sonetto

ICARA 2010 work in progress...

domenica 15 agosto 2010

Notte cretese

Da una remota spiaggia

vidi lo Scorpione ergersi

in tutta la sua fierezza,

la polare celata ma la strada chiara,

seguì l'arcobaleno di stelle

e senza esitazione

si tuffò nel mare nero.

Nel blu


Mi immergo in me.


Nuoto, volo.


Mi perdo, e mi ritrovo...


venerdì 23 luglio 2010

Vivere il presente





"Adesso"  E'   l'eterno


adesso


adesso


adesso


adesso


adesso


adesso


...


...

domenica 25 aprile 2010

Ipazia, la prima messaggera di Urania

Finalmente esce anche in Italia il film su Ipazia, la prima astronoma donna della storia, oggetto anche della prima conferenza del ciclo "Messaggere di Urania" tenutasi l'anno scorso al Planetario di Milano.
La prima scienziata donna di cui si hanno notizie, nacque ad Alessandria d'Egitto nel 370 a.C. . Ipazia era figlia di un filosofo particolarmente progressista, che decise di educare sua figlia in un'epoca in cui la cultura era appannaggio dei soli uomini. Inventò l'astrolabio, il planisfero e l'idroscopio. Ripercorrendo la teoria eliocentrica di Aristarco di Samo era riuscita anche, grazie ai suoi studi sulle coniche, ad intuire che l'orbita di rivoluzione della Terra non era un cerchio bensì un ellisse, teoria che fu ripresa in considerazione solo 1200 anni dopo, con gli studi di Keplero.

Ipazia, unica donna rappresentata nella "Scuola di Atene" di Raffaello

Nel 2009, Anno Internazionale dell'Astronomia, il regista Alejandro Amenabàr ha dedicato a Ipazia il film "Agorà" che è stato presentato al festival di Cannes, ma che in Italia è uscito soltanto ora a causa dell'ostruzionismo della Chiesa.
Ipazia infatti è considerata una figura scomoda dal Vaticano, una martire del mondo pagano, poichè fu uccisa per ordine del vescovo Cirillo, che fu poi anche santificato. La sua uccisione, giustificata dall'accusa di stregoneria, doveva servire da esempio in un momento in cui la religione Cristiana prendeva il sopravvento su quella pagana e a sottolineare il ruolo di inferiorità della donna nella società. Dopo Ipazia, di scienziate donne se ne sentirà parlare più di mille anni dopo.

La locandina del film Agorà

Dopo mesi di attesa, non potevo lasciarmi scappare questo film e sono andata subito a vederlo. Incantevole Rachel Weisz, fotografia molto moderna, soprattutto le scene della Terra vista dallo spazio, così insolite per un film storico, ma che ben si incastrano con la sceneggiatura del film, nel quale però viene raccontato ben poco della vita e delle scoperte di Ipazia, ma che si concentra più che altro sulle cruente scene di guerriglia e distruzione in nome della religione.

Ma dopo 1700 anni in cosa l'umanità è cambiata? Ed alcune analogie mi balzano in mente. I popoli combattono e si uccidono ancora in nome di Dio. Nei paesi civilizzati, ci sono persone che credono a maghi, astrologi e santoni mentre la scienza, la cultura scientifica, non fa notizia poichè "non fa audience". E le donne? Nell'ambito scientifico esiste quello che è chiamato "il soffitto di cristallo", dove i ruoli più importanti negli enti scientifici e di ricerca sono ancora preclusi alle donne.

Per Approfondimenti:
- Molto dettagliata la recensione di Galileonet
- Su Gravità Zero
- Sito UAAR
- http://it.wikipedia.org/wiki/Ipazia
- Sul soffitto di cristallo
- Romanzo:


martedì 20 aprile 2010

Dialoghi con la luna



Grazie a Lele Corvi che me ne ha concesso la pubblicazione.

mercoledì 7 aprile 2010

Notte stellata sul Rodano

Anche un artista come Van Gogh, si è fatto affascinare dal cielo stellato, tema di alcuni suoi dipinti (Un approfondimento qui).

La notte stellata sul Rodano (Arles 1888)
(si riconosce la costellazione dell'Orsa Maggiore)

"[...] Sto lavorando su sette tele da 30 ... e per ultimo a uno studio del Rodano, della città illuminata dai lampioni a gas riflessi nel fiume blu. In alto il cielo stellato con il Gran Carro, un luccichio di rosa e verde sul campo blu cobalto del cielo stellato, laddove le luci della città e i suoi crudeli riflessi sono oro rosso e verde bronzeo. [...] "

Tramonto sul Rodano, Arles

Sono stata recentemente ad Arles, città dove aveva vissuto Van Gogh, e oltre che dal tramonto sul Rodano, sono rimasta colpita dalla città stessa, dove la cultura spagnola e francese (e chi si aspettava la paella e la corrida???) si fondono sullo sfondo di un magnifico paesaggio.

Terrazza del caffè in Place du Forum (Arles 1888)
(si riconosce la costellazione dell'Acquario)

Arles si trova vicino alla selvaggia Camargue, una zona paludosa sul delta del Rodano, dove si trovano allevamenti di cavalli, tori, e stormi di fenicotteri rosa. Insomma dei luoghi da visitare per chi ama la sinergia tra cultura e natura.

martedì 16 marzo 2010

Oh notte dove le stelle mentiscono luce,
notte, unica cosa della dimensione dell'universo,
fammi diventare, corpo e anima, parte del tuo corpo,
fa che io mi perda nel fatto di essere mera tenebra e diventi notte anch'io,
senza sogni che siano stelle in me
nè sole aspettato che risplenda dal futuro
Fernando Pessoa


mercoledì 3 marzo 2010

Classifica dei blog scientifici di Wikio

Ecco la classifica dei migliori blog di divulgazione scientifica (italiana) secondo Wikio:

1Keplero
2Bioetica
3Science Backstage
4Gravità Zero - Corporate blog di divulgazione scientifica
5Scientificando
6Blog di Giorgio Israel
7Rudi Matematici
8AstronomicaMentis
9Oca sapiens
10Made in Italy
11Scienzeedintorni
12100scienze
13Storie spaziali
14Quantico appunti
15BlogScienze
16Meristemi
17Avventure Planetarie
18Paraponzio
19Antares notizie
20Piazza Vittorio

Sono contenta di sapere che "a naso" 5 di questi li seguo anche io! Ora coglierò l'occasione per dare una sbirciata agli altri!

Un'antica Via Lattea

C'è in alto nel cielo una via, che si vede quand'è sereno:

Lattea ha nome ed è nota proprio per il suo candore.

Questa è la strada dei numi per la dimora di Giove tonante,

per la sua reggia. A destra e a sinistra, con gli stipiti aperti,

sono gli atri affollati dalla nobiltà divina;

gli dei inferiori abitano sparsi altrove, quelli più illustri

e potenti hanno invece qui, sul davanti, dimora.

Se audacia è permessa alle mie parole, oserei dire

che questo luogo è il Palatino del cielo infinito.

Quando infine gli dei si furono assisi fra i marmi dell'interno,

Giove, eccelso su tutti, appoggiandosi allo scettro d'avorio,

più volte scosse con gesto terrificante

la sua chioma e fece tremare la terra, il mare e le stelle.

[Ovidio, Metamorfosi]

Tintoretto, Origine della Via Lattea, Londra - National Gallery

martedì 23 febbraio 2010

Un acceleratore di particelle contro i tumori

Lunedì scorso a Pavia è stato inaugurato il CNAO, (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica), un acceleratore di particelle ad uso medico. Michele, un amico astrofilo ingegnere nucleare radioprotezionista, da quasi 7 anni collabora, attraverso il Politecnico di Milano, alla costruzione e messa in servizio di questo strumento.
"Lunedì c'è stata l'inaugurazione con i politici, (c'erano Bossi, Tremonti, Fazio e Formigoni), che dovrebbe teoricamente dare il calcio d'inizio alle attività cliniche. In realtà, come spesso capita in queste occasioni, siamo ancora abbastanza lontani dall'aver veramente finito. Siamo in fase avanzata della messa in servizio dell'acceleratore, e contiamo di avere i primi pazienti verso fine anno. Il CNAO è un sincrotrone, (per capirci, la versione in piccolo dell'acceleratore del CERN), che accelera protoni e ioni carbonio, ad un'energia (rispettivamente 250 MeV e 4,8 GeV, per chi ha dimestichezza con queste unità di misura), necessaria a far sì che queste particelle, quando vengono mandate su una persona, entrino nei tessuti fino ad una profondità di circa 40 cm. Ovviamente diminuendo l'energia delle particelle diminuisce anche la profondità a cui arrivano, e le particelle finiscono nel corpo di una persona esattamente dove si decide di mandarle (con una precisione nell'ordine del mezzo mm). Lo scopo di costruire un acceleratore di questo tipo è che con questo tipo di particelle si possono curare con grande efficacia alcuni tipi di tumori localizzati (per capirci, quelli senza metastasi, o solo con metastasi nei linfonodi locali), che rispondono male alle radioterapie convenzionali o che sono vicini a tessuti molto delicati. Per esempio, si curano molto bene alcuni tipi di tumori alla base del cranio, o nei seni mascellari, che spesso non possono essere trattati chirurgicamente e che non possono essere trattati facilmente con la radioterapia convenzionale perchè vicini ad organi delicati (che possono risentire troppo delle radiazioni) o perchè fatti da cellule molto resistenti alle radiazioni. Con gli ioni carbonio, per esempio, sono molto efficaci nel trattare tumori che non rispondono alla radioterapia convenzionale. In Giappone hanno già due impianti di questo tipo, che stanno avendo risultati che appaiono quasi miracolosi (i medici del centro ne parlano informalmente come di guarigioni "tipo Lourdes"), nel senso che tumori in zone rognosissime che non possono essere curati con altri metodi sono spariti e a distanza di parecchi anni non si sono fatti più rivedere. E' una tecnica molto utile solo per certe tipologie di tumore, ma per quelle tipologie è molto efficace. Per fare questo serve un impianto che costa parecchio (più di 100 milioni di euro), e che è parecchio complesso. Per capirci, al momento il CNAO è l'acceleratore di particelle di energia più elevata in Italia. Io sono entrato nel progetto occupandomi di radioprotezione, nel senso che ho fatto il progetto delle schermature dell'acceleratore (che per sua natura emette radiazioni molto energetiche), e sto lavorando ai rivelatori che servono a misurare le radiazioni fuori dalle schermature dell'acceleratore, per garantire la sicurezza delle persone che ci lavorano. Anche questo non è un lavoro particolarmente semplice, perché fuori dalle schermature (che sono molto imponenti: in certi punti abbiamo dovuto mettere muri spessi fino a 6 metri) escono neutroni di alta energia, difficili da fermare e non semplici da rivelare. In pratica, non si possono usare né i rivelatori che si usano di solito in medicina (spesso si usano raggi X e gamma, molto più facili da misurare) né i rivelatori di neutroni che si usano per le centrali nucleari (che hanno neutroni di energia molto più bassa). Il campo di radiazioni con cui si ha a che fare è molto simile a quello che è presente sugli aerei (dovuto ai raggi cosmici), o a bordo della stazione spaziale."

lunedì 15 febbraio 2010

Nebulosa del Cuore

Sulla scia di S.Valentino, una poesia da un caro amico.

IC 1805: The Heart Nebula (Credit NASA)

E. Browning Barrett

If thou must love me / Se devi amarmi

Da "Sonetti dal portoghese", XIV (1847)

If thou must love me, let it be for nought
Except for love's sake only. Do not say
I love her for her smile--her look--her way
Of speaking gently,--for a trick of thought
That falls in well with mine, and certes brought
A sense of ease on such a day--
For these things in themselves, Beloved, may
Be changed, or change for thee,--and love, so wrought,
May be unwrought so. Neither love me for
Thine own dear pity's wiping my cheek dry,--
A creature might forget to weep, who bore
Thy comfort long, and lose thy love thereby!
But love me for love's sake, that evermore
Thou may'st love on, through love's eternity.

Se devi amarmi per null'altro sia
Che per amore. Mai non dire
"L'amo per il suo sorriso – il suo sguardo - il suo modo
Gentile di parlare - per il suo modo di pensare
Che si accorda a mio e che un giorno
Mi resero sereno". Mio amato, queste cose,
Possono in sè mutare o mutare per te. – E così fatto
Un amore può sfarsi. E ancora non amarmi
Per la pietà che le mie guance asciuga., -
Può scordare il pianto chi ebbe
Il tuo conforto a lungo, e può perdere il tuo amore!
Amami solo per amore dell'amore,
che cresca in te, in un eternità d'amore.

domenica 7 febbraio 2010

L'amore per l'insegnamento e il piacere della divulgazione

Durante questi ultimi anni mi sono tenuta in contatto con il mio professore di scienze del liceo. Lui è uno di quesi professori che io amo definire da "Attimo Fuggente", ovvero uno di quei pochi che riescono a trasmetterti l'amore per la materia che insegnano, come il prof. Keating nel film.
Questo avviene nell'insegnamento, "di tutti i giorni", quando lo studente viene stimolato con spunti di riflessione e approfondimento delle tematiche affrontate, e non della mera richiesta delle nozioni acquisite durante le interrogazioni, come usano fare purtroppo molti docenti, forse sia per la loro scarsa preparazione che per la poca passione che dedicano al proprio lavoro.
I "professori Keating" cercano di stimolare le giovani menti anche con le attività extracurriculari di cui si fanno proponitori, e quindi di cui si fanno anche carico, perchè sappiamo tutti che gli stipendi dei docenti statali non sono adeguati alla loro mole di lavoro, e soprattuto che il sistema manca di meritocrazia.

Mi ricordo del prof. Busolin, chiamato affettuosamente "Buso" dai suoi studenti, che ci spronava a fare delle ricerche di biologia, da portare come argomento suppletivo durante le interrogazioni. Così, negli anni in cui internet non era ancora diffuso, cominciai a comprare la rivista "Scienza & Vita", per avere materiale su cui lavorare.

Sopra il prof. Busolin e io, qui in una caricatura fatta da uno dei suoi studenti

Come attività extracurriculari mi ricordo di ricerche sul riciclaggio, tematica molto all'avanguardia in quegli anni, in particolare un'intervista fatta all'assessore all'ambiente del mio Comune e a un dipendente dell'Eni. Il lavoro della mia classe finì in un'emittente locale, e alcuni ragazzi andarono addirittura nello studio televisivo. Poi mi ricordo di una ricerca sul fiume Lambro, i cui "segni" sono presenti ancora oggi in rete.
Oggi invece mi ritrovo dalla parte opposta, nell'aiutare il mio affezionato prof. nel suo intento di svegliare i ragazzi dall'intorpidimento culturale nel quale sono immersi oggi, nell'epoca dei reality e della Playstation, e dove, per fare una ricerca basta un click su internet.
Per la seconda volta, la prima fu due anni fa, sono tornata nel mio vecchio liceo come oratrice esterna, e ho presentato ai ragazzi di tre classi una conferenza sui satelliti, partendo dall'inquadramento storico della Guerra Fredda, e dei missili V-2, fino alla Stazione Spaziale Internazionale, e spiegando le varie fasi della vita di un satellite artificiale, dalla progettazione, ai test, al lancio, al monitoraggio della missione e alla morte.

Gli studenti mi sono sembrati particolarmente interessati anche a vedere quante applicazioni ci sono per i satelliti, e delle tecnologie utilizzate, ovviamente quelli più stimolanti per il programma di quinta di scienze, e che si potranno prestare per loro ulteriori approfondimenti sono quelli per telerilevamento terrestre e quelli per lo studio dell'universo.


lunedì 1 febbraio 2010

La mia amica "messaggera di Urania"

Giovedì scorso è terminato al Planetario di Milano l'interessante ciclo di conferenze "Messaggere di Urania" dedicato al ruolo donna nell'astronomia (uno dei temi di IYA2009) nel passato e presente.

Logo ufficiale di "IYA2009 she is an astronomer"

Proprio nell'ultimo incontro dedicato allo sviluppo delle tecnologie per l'astronomia, ho ritrovato tra le relatrici una mia amica ingegnere aerospaziale che ora sta affrontando il dottorato in astrofisica all'osservatorio di Brera-Merate, nonchè gemella di Antonella, una mia ex compagna di università, "cervello in fuga" al quale avevo dedicato un post. Ecco l'esperienza di Laura, per adesso non ancora in fuga...

Ho 29 anni (quasi trenta ma fatemi godere questi ultimi giorni da vent..enne!) Dopo il liceo scientifico non conoscendo nulla del mondo delle università e capendoci ben poco sul loro funzionamento dai racconti di amici più grandi, ho deciso di iscrivermi ad ingegneria aerospaziale: ingegneria perchè mi appassionavano le materie tecniche e scientifiche, aerospaziale perchè... era la prima della lista! L'idea era quella di fare il primo anno per capirci di più sul mondo delle università e poi eventualmente cambiare se quella non era l'università adatta a me. In realtà il primo anno è passato alla grande; il secondo ancora meglio del primo; il terzo ho avuto qualche difficoltà perchè sono passata dalla sede di Lecco a quella di Milano dove non conoscevo nessuno e la città non mi entusiasmava più di tanto (preferisco ancora i piccoli paesi, come Bellano, dove sono nata e vivevo fino a poco tempo fa). Poi il quarto e il quinto anno sono stati quelli che hanno consolidato in me la passione per i satelliti e il mondo spaziale in generale. E quando mi sono laureata con una tesi sulla fattibilità di realizzare satelliti funzionali dalle dimensioni di pochi cm (i cosidetti nanosatelliti) ho cercato in tutti i modi di restare nel mondo dello Spazio.

Laura in una foto all'osservatorio

Perchè hai deciso di fare il dottorato?

La decisione di fare il dottorato è maturata per la curiosità che mi caratterizza da sempre: quale cosa migliore che fare ricerca e scoprire cose sempre nuove? Studiare quello che è stato scoperto e inventato nel passato e capire ciò che ancora non conosciamo del presente per scoprire nuove tecnologie per il fututo? Insomma direi che il dottorato era il posto migliore per me. E sono fortunata perchè sono riuscita a conciliare la mia passione per la tecnologia e per la scienza, Pur essendo laureata in ingegnaria aerospaziale, sto seguendo il dottorato di ricerca in astronomia e astrofisica in un gruppo tecnologico che si occupa di sviluppare nuovi strumenti per fare astronomia. E' bellissimo perchè realizzo con mano strumenti molto sofisticati, al limite della tecnologia attuale, sapendo perchè la comunità scientifica necessita di tali strumenti e quali sono le domande a cui può rispondere utilizzandoli.

Di cosa ti occupi?

Mi occupo dello studio di nuove tecnologie per la realizzazione di specchi per la banda x dello spettro elettromagnetico. Specchi che verranno montati su satelliti e mandati in orbita per essere i futuri osservatori x. Svolgo questo lavoro presso l'osservatorio astronomico di Brera, nella sede di Merate (faccio un pò di pubblicità, venite a trovarci! organizziamo visite serali per l'osservazione coi nostri telescopi oppure visite diurne per visitare il luogo. informazioni su www.brera.inaf.it). L'università degli studi dell'Insubria di Varesa-Como ha una buona collaborazione con l'osservatorio per questo molti dottorandi svolgono il loro dottorato nelle sedi dell'INAF-OAB (Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio Astronomico di Brera).

Laura in clean room (a destra) con un collega


Che tipo di strumentazione utilizzi?

Per realizzare questi specchi stiamo studiando la tecnologia dello slumping a caldo: una formatura a caldo del vetro per dargli la forma necessaria a riflettere i raggi x. Praticamente si mette un pezzo di vetro in forno sopra uno stampo che ha il negativo della forma desiderata e si scalda. Ad alte temperature il vetro diventa più morbido e si adagia sullo stampo. Ora l'ho fatta abbastanza semplice ma ci sono tutta una serie di implicazioni tecnologiche che rendono la cosa... non direi difficile, comunque non immediata. Come strumenti utilizzo... dei forni! Poi ovviamente lo specchio che andiamo a realizzare deve avere una forma precisa, e lavorando con i raggi x questo "precisa" significa che la forma deve essere accurata a livello di micron (un millesimo di millimetro) o meno. Anche la rugosità della superficie dello specchio deve essere buona e lavorando con i raggi x questo "buona" vuol dire "mooooooooolto buona": la superficie deve avere una rugosità di pochi Angstrom, parolaccia per dire un decimo di nanometro cioè un decimiliardesimo di metro... insomma pochissimo! E per misurare ciò abbiamo nei laboratori tutta una serie di strumenti di misura che ci permettono di andare a vedere come è fatta la superficie alle varie frequenze spaziali.

Questa sono io mentre cerco di misurare la rugosità di un pezzo da 10.000 euro... credo di aver perso 2 kg quel giorno (provate voi ad andare a meno di un millimetro vicino alla superficie di un pezzo da 10.000 euro sapendo che se lo sfiorate lo rovinate!)

Nell’organizzazione del tuo lavoro di ricerca c’è qualche aspetto che non ti piace e che vorresti cambiare? E quali sono gli aspetti che ti piacciono?

mmm....se dovessi elencare tutti gli aspetti negativi non finirei più! Scherzo! L'unico aspetto che mi piacerebbe migliorare (ci sto lavorando in effetti) è il fatto che spesso facciamo fatica ad organizzarci nel team: mi spiego meglio. Purtroppo come ricercatori (nel senso più generale del termine) siamo relativamene pochi ma fortunatamente ci sono diverse missioni e studi che ci vedono impegnati, spesso anche a livelli di leadership internazionale. Tradotto: c'è molto lavoro e poche persone. Questo implica che le varie persone sono impegnate in più di un progetto per volta quindi spesso è difficile trovarci tutti insieme per fare il punto della situazione e a volte le cose si sanno per sentito dire ma le info fanno fatica a circolare (cioè circolano ma ci mettono un pò più tempo). Questo non è colpa di nessuno e insieme stiamo cercando di trovare un modo migliore per gestire la sovrapposizione di diversi progetti. Per il resto non cambierei proprio nulla: mi piace tutto! Il posto è bello, i colleghi simpatici (ok non tutti, ma chi non ha almeno un collega meno simpatico di altri!?) la possibilità di incontrare colleghi di altri istituti ai congressi è molto stimolante... cosa può voler di più un ricercatore? Ecco magari qualche soldo in più per la ricerca non farebbe male...
Laura alle prese con uno specchio...futuristico!


Dei tuoi compagni di corso, quanti hanno trovato lavoro? Sai se qualcuno è andato all’estero?

Questo non saprei dirlo nel senso che ho perso di vista i colleghi del Politecnico avendo cambiato università. So che qualcuno è andato a fare il dottorato o a lavorare all'estero.

Di cosa ti vorresti occupare in futuro?

Satelliti scientifici: mettono insieme le mie due passioni per tecnologia e scienza.

Quando ti interfacci con team di ricerca esterni, senti qualche differenza nell’organizzazione del lavoro?

In realtà l'unica differenza che sento fino ad ora è il fatto che noi in Italia lavoriamo molto di più perchè avendo meno soldi ci possiamo permettere meno persone ma per non rimaniere indietro rispetto agli altri studiamo lo stesso numero di progetti. Magari non è vero, ma per ora la vedo così.

Come vedi le prospettive di ricerca e lavoro dopo il dottorato? Pensi di andare all’estero?

Non lo so, non ci penso. Ho imparato che se uno deve pensare a tutto e organizzarsi al meglio ora della fine non fa più niente perchè ci sarà sempre qualche cosa da sistemare meglio o cambiare. Quello che faccio ora è vivere questo momento (intendo gli anni del dottorato) al massimo, cercando di imparare il più possibile (sia a livello lavorativo che organizzativo che personale) e sfruttando l'occasione per... divertirmi facendo quello che mi piace (adesso non crediate che sia tutto rosa e fiori, ci sono anche stress e arrabbiature e momenti di sconforto... ma ancora una volta ditemi chi non ne ha mai. L'importante è che messo tutto insieme sui piatti della bilancia... la freccia penda a favore delle cose positive). Per il futuro si vedrà... non ho fretta!

Dopo il lavoro un pò di relax non si nega a nessuno! Qui ero nel bellissimo parco dell'osservatorio... venite a trovarci!

martedì 19 gennaio 2010

Stelle di diamante

Sempre pensando agli elementi chimici dispersi nello spazio, mi è balzato in mente il film di delirio fantascientifico "The Core" nel quale una navicella in viaggio verso il centro della Terra, aveva incontrato lungo il cammino enormi geodi di diamanti intrappolati nella lava.

Il diamante, semplicemente carbonio, ma duro e fragile allo stesso tempo.

In verità, la realtà supera la fantasia, e nel 2004 gli astronomi dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics hanno scoperto una nana bianca "con il cuore di diamante" a 50 anni luce dalla Terra.


Il cuore di carbonio di questa stella è ricoperto da uno stato di idrogeno e altri gas. L'ipotesi che il carbonio si sia in realtà cristallizzato in diamante è stata avanzata attraverso l'analisi sismologica delle pulsazioni, anche se la mancanza di alcune informazioni riguardanti la composizione del nucleo non può far dare la notizia come certa, facendo scendere le stime iniziali sulla percentuale di massa cristallizzata dal 90% a un intervallo compreso tra 32% e 82%, in un anno dalla scoperta.

La stella, BPM 37093, è stata ribattezzata "Lucy", in onore della canzone dei Beatles "Lucy in the sky with Diamonds".

sabato 16 gennaio 2010

E' la stessa supernova?

Spesso le persone cercano la solitudine nel cielo stellato della notte, e in effetti è un posto adatto per questo questo. La notte è buia perchè, in termini cosmici, il Sole e la sua famiglia di pianeti sono molto solitari. Le stelle vicine sono tanto distanti da sembrare minuscoli puntinio luminosi, e quelle lontane appaiono confuse in una debole luminescenza. Lo spazio ci isola come un oceano circonda un atollo. [Simon Zwart]
Qualche curiosone che si chiede se l'oro degli anelli è stato sintetizzato tutto dalla stessa supernova, potrà essere soddisfatto nell'avere la sua risposta. Recenti centi studi hanno confermato che il nostro Sole, ritenuto "figlio unico", al contrario di quello che si pensava, ha avuto origine in un ammasso stellare che ora si è disperso nella Galassia. E' impensabile quindi, secondo questa teoria che la gigantesca nube molecolare che ha dato origine all'ammasso stellare sia derivata a sua volta dal resto di una stella sola. Che fine abbiano fatto le altre stelle dell'ammasso di cui faceva parte il nostro Sole ce lo potrà dire forse il satellite per l'astrometria GAIA che verrà lanciato nel 2011.
In particolare poi, la considerazione che ci sia un'insolita abbondanza di elementi pesanti nel Sole rispetto alla sua posizione nella Galassia ha fatto pensare a un arricchimento provocato dai resti di una supernova, che secondo i calcoli fatti sul decadimento di alcuni isotopi trovati nei meteoriti, risultava essere distante 5 anni luce quando il Sole aveva un'età di 1,8 milioni di anni, ovvero quando i pianeti non si erano ancora formati ed era ancora presente il disco protostellare.
Quindi la risposta alla domanda del titolo è: probabilmente no! :-)

sabato 9 gennaio 2010

Pensiero di oggi

"… Io sorgo impavido a solcare con l’ali l’immensità dello spazio, senza che il pregiudizio mi faccia arrestare contro le sfere celesti, la cui esistenza fu erroneamente dedotta da un falso principio, affinche’ fossimo come rinchiusi in un fittizio carcere ed il tutto fosse costretto entro adamantine muraglie. Ma per me migliore è la mente che ha disperso ovunque quelle nubi… " [...] Mentre mi sollevo da questo mondo verso altri lucenti e percorro da ogni parte l'etereo spazio, lascio dietro le spalle, lontano, lo stupore degli attoniti..."

Giordano Bruno, De Immenso, 1592.